Lettori fissi

lunedì 31 ottobre 2011

La storia del cuore

Ciao ! Non so se conoscete la trasmissione "Bau Boys" di  Italia1, poche settimane fa sono andati a trovare il canile di Ghilarza da cui proviene Raja, gestito dall'indistruttibile Flavia da ben 13 anni. Il canile è in un momento di difficoltà,infatti è sotto sfratto ,la buona notizia è che il nuovo  rifugio è in costruzione ma servono ancora dei fondi. Vi lascio al video
http://www.youtube.com/watch?v=1offQYjQQQw

mentre questo è il sito del canile di Ghilarza in cui potete vedere tutti i cani in cerca di casa e tutti quelli già adottati www.zampesarde.it, dalla home cliccate su "aiutaci" in alto a destra se volete aiutare questi pelosi!

quest'altro invece è un articolo pubblicato sul quotidiano l'unione sarda con una bella intervista a Flavia, che mi coinvolge particolarmente in quanto parla di CIDRO, da me rimoninato CICCINO che ora non c'è più, il mio primo cane, adottato da me l'anno scorso e di cui ancora fatico a parlare senza emozionarmi ripensando alla sua storia e al percorso che abbiamo fatto insieme

Il rifugio segreto nella campagna:
Nostra Signora dei randagi
Flavia Carta, 46 anni,
single di Ghilarza:
«Ho sposato i miei cani»
Gli ospiti del canile
sono un'ottantina
e tutti hanno un nome
Unica assenza in 13 anni
per una festa a Milano
insieme a Letizia Moratti
Il dramma di Amira,
gli ultimi giorni di Cidro,
il sorriso di Briciola

L'ultimo arrivato è Mare, abbreviativo di maremmano. «Mi ha scelto, che ci posso fare?». L'ha scelta appostandosi per qualche giorno davanti ai gradini di casa sua, a Ghilarza. Poi, approfittando di un momento di tenerezza, ci ha messo dentro prima il muso e a seguire le zampe. «Dovevo lasciarlo in strada?»
Compreso Mare, gli ospiti del canile immerso nella campagna tra Abbasanta e Fordongianus sono 77. C'è Elsa la cicciona, Primo che è furiosamente geloso e Jack furiosamente innamorato perché le deve la libertà. Flavia Carta l'ha rubato da un ovile dove veniva tenuto in condizioni spaventose. Stessa operazione per Bella, uno scricciolo nero che viveva in una porcilaia a mollo nelle feci. Poi ci sono quei civilissimi sconosciuti che lanciano la merce oltre il cancello: per esempio, dodici cuccioli stipati in una scatola o tre bastardini soffocati in un bustone di plastica.
Flavia Carta è una bellissima spugna della cattiveria umana. Quarantasei anni (ma ne dimostra dieci di meno), neppure un filo di trucco per esaltare due enormi occhi celesti. Ragioniera, figlia di un camionista, una sorella (avvocato), cameriera di pizzeria fino a poco tempo fa, ha abbandonato tutto e tutti per dedicarsi ai cani. Che conosce e chiama per nome uno per uno. Compreso l'ultimo arrivato, provvisoriamente battezzato Mare in attesa di qualcosa di meglio.
In affitto (cinquemila euro l'anno) nel capannone di un ex allevamento di quaglie chiuso dai Nas, Flavia ha allestito un rifugio finanziato con ottomila euro dal Comune di Ghilarza e con un euro e dieci centesimi al giorno per i 23 ospiti provenienti dal Comune di Borore. Le voci di paese su di lei sono ricamate di compassione: poverina, è matta. Altre, più velenose, sussurrano di lauti guadagni: i randagi, anche se non ci crede nessuno, possono essere un affare. «Io campo delle donazioni e della solidarietà della gente». Campa cioè delle campagne su Facebook organizzate dall'unica volontaria che l'aiuta in canile, dal sostegno di Licia Colò (che le ha dedicato un servizio televisivo), da amici milanesi che le hanno organizzato una festa patrocinata da Letizia Moratti. Molti applausi, molta commozione, moltissime offerte.
Da tredici anni Flavia fa la spola tra la casetta dove abita (in una trafficatissima via del paese) e l'accampamento messo su all'ombra di enormi eucaliptus. Possiede certamente qualcosa di speciale se le piovono aiuti da tutta Italia, dall'amico torinese che lancia appelli on line per ricevere farmaci e coperte, dai soci del gruppo I miei amici che in Sardegna fa capo a Zampe sarde.
Un fidanzamento esaurito lungo la strada che avrebbe dovuto portarla all'altare, è felicemente single «ma con amici e amiche, non sono marziana». Dice che ad annoiarla sono «certe banalità: il parrucchiere, l'ossessione dell'abbigliamento e tutti quegli accessori che se non li hai puoi considerarti morta». Fortuna che lei ha una famiglia stupenda, la «migliore che si possa sperare». La sorella le ospita due cani, i genitori nove mentre lei ne tiene in casa soltanto quattro. Entrare nel suo mondo aiuta a scoprire un volto inedito della felicità.


 Quante ore lavora?
«Qui al canile? Da sette a nove, sette giorni su sette. Non faccio ferie, non faccio vacanze. Sono mancata giusto 48 ore per raccogliere fondi a Milano».
Fondi per cosa?

«Sono sotto sfratto e ho appena iniziato a costruire un nuovo canile a poca distanza da Ghilarza. Sarà un piccolo paradiso».
Dicono che lei abbia sposato i randagi.

«Verissimo: gli dedico la mia vita. Prima che arrivassi, qui c'era già un canile, aperto coi fondi pubblici. Io ci sono piombata all'improvviso, senza annunciarmi. Terribile: box minuscoli, sporcizia dappertutto. A quel punto ho avviato una strategia d'assedio».
Cioè?

«Mi sono proposta volontaria, a titolo gratuito s'intende. Quando il boom dei canili s'è sgonfiato e i fondi pubblici sono scomparsi, al gestore non è sembrato vero cedermi le chiavi. Gli inizi sono stati molto duri».
Perché?

«Non avevo esperienza. Per far uscire Palmo dal box dovevo azionare il lucchetto a distanza. Era ferocissimo, intenibile. Poi c'era Vagabondo, che ora ha diciott'anni: aggressivo e spaventato. Per una donna sola non era semplicissimo cavarsela».
E invece?

 «Ce l'ho fatta e ne sono felice. Sono diventata un'enciclopedia vivente della ferocia umana sugli animali. Non immagina la soddisfazione nel vederli pian piano riprendersi. Prenda Amira, quando l'ho scovata non si reggeva sulle zampe. Ho visto cani scheletrici, affamati, mai nessuno come lei. Non riusciva a bere perché non aveva la forza di sollevare il collo».
Morta?

«No, è andata in adozione a Cagliari. Sta bene, adesso».
Che vita è la sua?

«Più o meno normale. Non ho il tempo e la voglia di un compagno, se è questo che voleva domandarmi. Coltivare le relazioni sociali ne richiede e io non ne ho. Ma non sono una solitaria. Non esco tutte le sere ma vedo regolarmente gli amici. Mi accorgo comunque che, col passare del tempo, tendo a isolarmi: la crudeltà sugli animali (ma anche quella su vecchi e bambini) mi fa sempre più male, non so perché. Sarà colpa dell'età».
La sua famiglia?

«Mio nonno era cacciatore: teneva più ai cani che al resto del mondo. Mio padre mi aiuta e mi sostiene, mia sorella - che sta per avere una bimba - è una persona meravigliosa. In famiglia l'unica un po' fuori di testa sono io. Ho i miei momenti e un sacco di cose da fare, sempre. Però leggo, ascolto musica, non guardo la tivù».
Come la ripagano, i cani?

 «Non li assisto per ricevere affetto ma perché ritengo sia un dovere civile. Mi fanno ridere, mi fanno arrabbiare, mi commuovono. Il fatto è che mi vedono come la loro mamma. Sarà perché li tratto bene, perché ho dato a tutti un nome, perché li faccio uscire ogni giorno dai box. Certo, poi ci sono anche i casi come quello di Briciola...».
Che è successo a Briciola?

«Doveva pertire per Torino, le avevo trovato una splendida adozione. La notte prima della partenza l'ho portata a casa, ha dormito da me. Il giorno dopo, al momento di infilarla nel portabagaglio dell'auto d'una ragazza che doveva prenderla, m'è saltata addosso, mi ha stretto le zampe al collo: era un abbraccio forte e disperato».
Com'è finita?

«È rimasta a casa mia. Ogni mattina viene a svegliarmi e ride. Sì, ride. Non sapeva che i cani sanno ridere? Briciola sfodera denti e gengive in segno di felicità. Impagabile. Mi mette buon umore».

La corale canina si scatena all'arrivo di forestieri. Dal reticolato studiano quello strano signore che tenta di fotografarli e intanto abbaiano al cielo, passano parola e attendono risposta perfino dai box più lontani del rifugio. Per capirsi bisogna gridare, la via di scampo per un'intervista è una stanzetta in un angolo remoto del capannone. «L'unica dove finora non sono arrivati i topi». Flavia dice che ce sono tantissimi, grandi più di un pincher, affamati e sfacciati: adorano i croccantini e adoperano le ciotole piene di cibo per cani come un immenso, inaspettato e inesauribile self service. Racconta Flavia che non hanno paura, i più insolenti si fermano fissandola negli occhi e si allontanano solo quando il getto della pompa anti-topi diventa insopportabile. Di solito si rifugiano sotto le cucce e da lì, appena i cani s'addormentano, vanno serenamente a cena. La stanzetta che snobbano è un minuscolo magazzino-bazar, niente sedie, quel che resta di un armadio, scatoloni, il carrello arrugginito di un market, coperte, siringhe monouso, confezioni di paraffina e perfino un tutore per gli azzoppati. «A qualcuno tutto questo farebbe schifo? Io ci sto benissimo».

La storia più feroce?

«Sicuramente quella di Spenky, un bastardino che vive a casa mia da sette anni. L'ho trovato nelle campagne di santa Cristina: aveva venti pallini in corpo, il femore spezzato da un calcio (come poi ha accertato il veterinario) e un occhio schizzato via per le percosse subìte. Mi domando: cosa può aver fatto per ottenere un trattamento del genere?»
S'è fatta un'idea di cosa ci sia dietro tanta crudeltà?

«Ci sono sicuramente turbe della psiche. Ma c'è anche ignoranza e arroganza. Quando facevo la cameriera in pizzeria, avevo clienti che andavano fieri di un hobby comune: impiccare cani. Altri preferivano strangolarli col fil di ferro. E se le raccontavano, mentre mangiavano e bevevano birra, come prodezze molto divertenti».
Chissà i pettegolezzi  su di lei in paese.

«Mi arrivano puntualmente di sponda, mai diretti. Qualcuno non tollera che io non ami un certo tipo di vita. Li disturba vedermi, come dire?, normale e nello stesso tempo disinteressata a certe cose. Sa come sono andata alla festa col sindaco di Milano?»
Con cani di rappresentanza?

«No, quelli erano a casa dell'amica che mi ha ospitato. Uno di loro, un bassotto, mi ha pure squarciato le scarpe. Ci sono dovuta andare con un paio in prestito. Comunque facevo la mia figura, il discorso che ho tenuto ha commosso tanti. Tanti davvero: danarosi e generosi».
Poi?

«Mia sorella mi regala un sacco di abiti, ci tiene a vedermi in tiro. Io le sono grata ma mi rendo conto che la mia vita è questa, non riesco a vederne un'altra».
Solidarietà: esiste davvero?

«Sì. Basti dire che l'anno scorso ho dato quaranta cani in adozione. Mi dispiace vederli andar via però sono felice pensando al futuro che li aspetta».
Potesse, li darebbe tutti in adozione?

«Sarebbe il mio sogno. Il rifugio, per quanto ordinato e pulito, non è mai una casa. Non ho avuto interesse a diventare mamma e dai sessanta in poi mi vedo proprio come oggi. A tormentarmi c'è tuttavia un incubo ricorrente».
Quale?

«Morire. Non per me, io non ho paura. Ma se muoio, chi baderà ai miei cani, chi li sfamerà, chi pulirà i box, chi li farà uscire? È una fregatura questa passione: ci caschi piano piano senza rendertene conto».
Premonizioni?

«Ero alle Medie. Un giorno, mentre tornavo a casa, ho incontrato un cagnolino magrissimo e disperato. Lo ricordo come fosse ieri. I miei non hanno consentito di tenerlo».
L'idea di abbandonare tutto?

«Se trovassi qualcuno che mi sostituisse, farei un viaggetto che ho programmato da una vita: Messico. È una vacanza che ho sempre rinviato. Il problema è che non trovo nessuno disponibile a venire qui al mio posto. Eppoi, la verità è che in fondo mi fido solo di me stessa».
Lei crede che i cani siano migliori degli uomini?

«Sono sicuramente migliori perché diventano aggressivi solo per fame o per paura. L'uomo invece studia e affina la sua cattiveria, mette in conto di far male e agisce di conseguenza puntando al peggior risultato possibile. Dunque, certo che i cani sono migliori degli uomini».
È consapevole di non essere connessa col mondo d'oggi?

«E chi lo dice?, perché vado dal parrucchiere due volte l'anno?, perché ignoro un certo modo di vivere?, perché la moda mi fa sbadigliare? Mi spiace, sono connessa perfettamente: ho soltanto fatto una scelta. Mi sorride l'idea di portare mia nipotina a spasso, farle scoprire il mondo magico degli animali...».
 Mai andata a letto felice?

 «Sì, quando ho salvato Cidro. Era un dalmata recuperato da un canile-lager chiuso dai carabinieri. Cieco, malato, denutrito e maltrattato. Per lui ci voleva un'adozione speciale e io sono riuscita a trovargliela. Ha vissuto sei mesi da principe, amato, accudito e coccolato. Quel giorno ho pianto di gioia».
cidro (ciccino)

21 commenti:

  1. ciao Silvia
    ho letto il tuo post....complimenti,mi è piaciuto molto.
    mi piacerebbe conoscere Flavia,purtroppo,non credo potrà mai capitare.
    Leggendo la sua intervista,mi sono quasi rivista...Donna da ammirare.
    Come si può partecipare per aiutare a contribuire ai fondi per il canile?
    Aspetto una tua comunicazione
    Buona serata
    lu

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  2. Ciao Cara! Guardo la trasmissione Bau Boys dalla prima puntata, ed ho appunto seguito tante storie di cuccioli davvero tristi e drammatiche! mentre per la storia di Flavia che, tra l'altro, mi ha commossa non poco, ci porta a conoscere una donna forte e tenace, come poche e il suo pensiero dovrebbe riguardare molte altre persone, peccato che così non è ... complimenti a te per aver scritto questo post bellissimo! A presto!

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  3. Mi si stringe il cuore anche amè a vedere la foto di ciccino anche se non l'ho mai conosciuto!VAdo nel sito del canile.ciauu!

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  4. grazie Silvia per aver specificato dove cliccare.
    Ho letto un po le varie iniziative del canile,mi spiace essere così lontana dalla Sardegna.
    Ho letto che mancano anche attrezzature,spero che Flavia possa risolvere a breve...
    ti abbraccio
    lu

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  5. ciao Silvia
    una super coccola a Raya.
    Flavia una persona da ammirare. Vado a vedere il sito del canile.

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  6. Grande persona Flavia.
    Il tuo post mi ha ricordato Shiri, un'altra persona che adora gli animali e ora è missionaria in Africa...

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  7. ciao Silvia
    brava Flavia!!!
    grazie per questo post... e per la tua presenza e i tuoi consigli da me
    buon proseguimento ^_____^

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  8. Per fortuna che esistono persone come Flavia.
    Salutoni a presto.

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  9. Ammirevole davvero , non capisco chi la critica! ce ne fossero di donne così, ma per fortuna in Italia esistono persone che amano cosi tanto gli animali da dedicarci una vita, complimenti! un abbraccio virtuale a Flavia ed a tutti i suoi pelosi.

    ciao Silvia, ciao Raja!!! :-))

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  10. che bello questo post, sei stata proprio brava!
    Gli animali sono stupendiiiiiiiii
    un abbraccio a tutti
    ciao !

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  11. Hai fatto bene a pubblicare questo post.
    Dopo mi spulcio il sito e magari dono qualcosa x aiutare i cagnolin. ^^ Io adoro gli animali.. di più i gatti però.
    Ti ho abilitata al mio blog privato, vai a vedere alla email che mi hai lasciato.
    Se hai delle domande e non hai capito come entrare, vieni nel mio blog pubblico e dimmelo ok? Così ti spiego.
    Bacioni. :*

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  12. brava un post che andava pubblicato...ci fossero più persone come questa signora dalla grande generosità...grazie del tuo commento sul blog...passa qnd vuoi mi fa piacere :)

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  13. Un cuore davvero grande quello di Flavia!

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  14. ciao Silvia
    grazie per il tuo commento,miha fatto molto piacere.
    Spero che arrivino aiuti preziosi a Flavia,lo merita davvero
    Baci

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  15. buona domenica ^_____^
    sperando che da te ci sia il sole ...

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  16. "avevo clienti che andavano fieri di un hobby comune: impiccare cani. Altri preferivano strangolarli col fil di ferro."
    Come è possibile che esistano delle persone così ignobili? E' facile prendersela con chi non si può difendere! Mi viene la nausea...

    http://thestyleattitude.blogspot.com/

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  17. E' un ost che andava pubblicato...ci fossero più persone come questa signora. Se ti va passa dal mio blog. Mi farebbe
    piacere averti fra le mie iscritte e se ti fa piacere partecipa al mio Giveway di Halloween ^^ Ciao, Annamaria
    http://mssmeraldina.blogspot.com/2011/10/giveway-halloween-gift.html

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  18. Sono le vicende belle,che mantengono la voglia di vivere!

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  19. Sarebbe meraviglioso se fossero tutti come Flavia. Io da piccola avevo un cane di razza regolarmente "acquistato" in un negozio. Un giorno scappò e dopo due anni presi due cuccioli meticci abbandonati,una adesso è morta di vecchiaia,ma negli ultimi 15 anni mi hanno riempito la vita di gioia!


    Ieri anche io ho aperto un blog,con un articolo totalmente diverso,ma mi farebbe piacere se passassi a dare un'occhiata e diventassi mia follower...io ti seguo :)

    thegorgeousdoll.blogspot.com

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Raja vi ringrazia per il tempo che le dedicate !